sabato 28 luglio 2012

007) Parole su carta

Primi bozzetti, pessimi, tanti pensieri. La mia tesi, ma voglio dire, il mio progetto, ha un motto:
La potenza del Web sta nella sua universalità. L'accesso da parte di tutti indipendentemente dalle disabilità è un aspetto essenziale (WAITim Berners-Lee)
 Il Web è una rete, globale, planetaria, come globale e planetario è la rete dell'essere umano. Non ci saranno barriere di nessun tipo nella mia idea di architettura perché pensata semplicemente per l'uomo e non per una classe di uomo. Il progetto prevede infatti parcheggi per auto accessibili a tutti, compresi i non vedenti con le loro auto a guida automatica (quando verranno). Rampe per tutti e scale per qualcuno e non il contrario. Gradonate accessibili e percorsi pedonali fino al bordo del fiume. Avvisi sonori e luminosi con informazioni non assegnate ai colori, percorsi loges per tutta l'area. Non basta però armarsi di buoni propositi e di idee su come tradurli in progetto: sarà esso stesso comprensivo di tutto. Ormai è giunto il momento di non pensare più a chi "è meno fortunato di noi", ponendoci quindi in una posizione privilegiata, ma è il momento di guardare intorno per abbracciare con lo sguardo tutto e non una parte, abituando l'occhio e non viziarlo con luoghi comuni derivanti esclusivamente dalla pietà e dall'inconscio ritenersi fortunati di essere "normali". La normalità è l'essere umano nella sua interezza, "indipendentemente dalle disabilità".


Insegnamenti:

(Sarebbe opportuno introdurre nei laboratori di composizione e non solo, l'idea che l'architettura non è destinata ad una sola classe di essere umano con un budget economico incommensurabile)
  • Composizione architettonica e urbana;
  • Progettazione ambientale;


2 commenti:

  1. Mi piace l'idea che ti proietti verso tecnologie "future", ma non troppo... Questo è l'approccio che l'architetto dovrebbe avere: l'approccio del transumanista, che cerca di capire quali saranno le proiezioni tecnologiche future, e porta oggi dei rimedi... :-)

    RispondiElimina
  2. Scusa se ti rispondo solo oggi, ma sto passando quello che hai passato anche tu un po' di tempo fa e ti ha reso quello che sei: architetto.
    La mia indole mi impone, quasi sempre, di cercare di intuire quali possano essere gli sviluppi futuri di un determinato campo. E' un fatto che mi porto dietro dai tempi del web programming, in particolare nell'usabilità e nell'accessiblità dei siti web (ecco perché parlo spesso nei miei post di handicap, fruibilità degli spazi, percezione e altri neologsimi architetteschi). Della Google Car avevo visto il video nel link qualche giorno prima di questo post e mi aveva naturalmente portato a pensare a come i progettisti di strade e di parcheggi avrebbero dovuto porsi difronte alla novità introdotta. Non ho trovato soluzioni se non congetture, ho tentato almeno di favorire l'adattamento che sarà necessario in seguito. Ci sono, invece, già i percorsi tattili che conducono, secondo due percorsi, verso il centro antico e verso il bike-shering.

    RispondiElimina